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Amore e guerra in Romagna: il nuovo capitolo de Il Tensore di Torperterra

Il romanzo di Emanuele Vannini torna in edizione #10annidiBlonk, riveduta e ampliata con un nuovo capitolo. Una storia di provincia sulla Linea Gotica, in cui si ride molto e si prova a fare pace con il passato.

Romagna, Italia: un paesino in cui il barbiere è il centro del mondo, a due passi dalla città di Divertimentificio. Una terra invasa oggi dai turisti e in passato dall’esercito tedesco, che proprio in quelle zone tracciò la Linea Gotica. Un luogo dell’anima dove si intrecciano le storie e la Storia degli uomini, e dove si nasconde un mistero. 

Blonk riporta oggi in libreria Il tensore di Torperterra di Emanuele Vannini, uno dei primi successi della casa editrice pavese, che quest’anno compie 10 anni dalla sua fondazione. Un romanzo agrodolce, in cui si ride molto per le follie dei protagonisti – gli abitanti di Torperterra, paesino rivierasco moderatamente immaginario della Romagna – e facilmente ci si immerge nelle loro avventure malinconiche e sghembe. Cuore della vicenda è un mistero rimasto celato nella Torre cittadina, e che risale agli anni della Seconda Guerra Mondiale. 

Protagonista è Doc, psicoterapeuta abbastanza confuso; accanto a lui, una teoria di personaggi indimenticabili, dal barbiere Furio a Don Danubio, dalla Zadina che non smette mai di impastare al trio di anziani Boma, Tangone e Paterazzo, a cui Vannini presta parole e tempi comici, lasciando che sia il lettore a riconoscere le singole storie che si nascondono dietro la maschera della commedia. Dietro di lui, un passato con cui tocca fare pace, anche prendendosi a schiaffoni tra amici se necessario, per amore e solo per amore di questo angolo dimenticato di provincia.

Furio si appoggiò a una poltrona. Il pettine nella tasca del camice, si sarebbe accorto un acuto osservatore – qualora ce ne fosse stato uno – tremava un po’ più del solito. «Diosvizzero! Mi sa che è morto Volkswagen»