“101 Lasciamenti” è l’eBook edito da Blonk di Eugenio Alberti Schatz. In questo testo si respira l’odore un po’ demodé della Rimini di Fellini, una dolce vita che ha lo smartphone e aspetta l’Expo. 101 lasciamenti, racconti brevissimi e fulminanti, delle fucilate al cuore di una generazione che dopo il boom e le decine di “reflussi” si trova alle prese con la cosa più difficile al mondo: fare i conti con il rapporto umano “croce e delizia” per tutti noi: l’amore.
I ‘lasciamenti’ sono stilettate ciniche, malinconiche, ironiche e a volte buffe, ma pur sempre stilettate “Se oggi due persone si lasciano, danno la colpa all’incomunicabilità e all’alienazione. Una volta, era soltanto perché l’amore era finito”, si legge nell’introduzione ai lasciamenti. L’opera di Alberti è impreziosita da una prefazione di Alfredo Accatino, e da una nota introduttiva di Fulvio Abbate, oltre alle tavole di Roberto Clemente.
E ricordatevi che, come dice Eugenio Alberti, “Ciascuno di noi può essere un ottimo autore di lasciamenti”… Siamo andati a trovarlo e abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui. Eccole.
Ogni ‘lasciamento’ implica almeno due personaggi. Da quali storie prendi spunto? Che contatto c’è con la realtà?
Non c’è un vero nesso con la realtà, ci muoviamo in un orizzonte tutto sommato fantastico. Sono piccole storie, piccoli sketch, ecco sono dei “corti”, alla fine è questa la definizione più giusta. I lasciamenti partono da una radice reale ma il loro esito finisce fuori dalle pagine della vita. Salvo casi veramente eccezionali e ignominiosi, i lasciamenti appartengono – per fortuna nostra – alla sfera letteraria. Il fatto che i mattoni siano fatti di realtà, nulla toglie al carattere fantastico, anzi. La macchina da presa non mette troppo a fuoco: le storie sono universali e riguardano sia coppie etero che omo.
“Lasciamento”, non una nuova parola, ma un nuovo generale letterario. Come nasce l’idea di raccoglierli e di raccontarli?
Qualche hanno fa ci siamo divertiti con l’artista Marco Vaglieri a lanciare un nuove genere letterario, l’autoepitaffio. E siamo arrivati a raccogliere 224 autoepitaffi di italiani più o meno illustri (da Cossiga a Monicelli), che poi sono usciti da Rizzoli col titolo “Meglio qui che in riunione”. Eravamo partiti da un gioco fra amici, non proprio innocente devo dire. E lo abbiamo trasformato in un genere. Con l’idea che i lettori a loro volta potessero giocarci, potessero ognuno comporsi il proprio autoepitaffio, togliendo al prossimo questa sublime soddisfazione. Anche in questo caso spero che scatti l’emulazione, il rimbalzo sulle reti sociali. Ciascuno di noi può essere un ottimo autore di lasciamenti. A me lascio solo la gloria di aver trovato la matrice e di aver fornito qualche esempio. Rispetto alla nascita dei lasciamenti, sì, qualche onda lontana di un periodo sentimentale torbido ha increspato la superficie della pagina…
A quale lasciamento ti senti più legato?
Sono tutti figli miei, nel bene e nel male. In pole position, la biblioteca di scarpe con la scarpa di destra ingolfata di gorgonzola e la storia della pinzetta d’oro per autoestirparsi in quanto pelo superfluo.
Accanto alle stilettate dei tuoi lasciamenti, si possono anche osservare tavole originali. Come è nata la scelta dei disegni e perchè proprio i disegni di Roberto Clemente?
Roberto è un amico caro, il mio “ultimo amico” come mi diverto a definirlo. Fra i due lui legge più di me, è lui il vero lettore forte. Ha una cultura visiva vastissima e originale, che poggia su una solida formazione artistica assorbita all’Accademia di Roma. Ha firmato copertine importanti, disegna tessuti, fa siti, dipinge, crea character, cura l’immagine di festival culturali… È un po’ come me: un’industria culturale portatile all-in-one. Ha preso questo libro come una sfida, dato che le sua tavole sono nate in ambiente digitale per un libro esclusivamente digitale. Ha ragionato sulle scale di grigi e verificato la fruizione sui device di oggi. Lui è anche molto più tecnologico di me. Dal punto di vista estetico, trovo che le sue tavole portino in dote al volume quell’incipriata newyorchese così glamour, così New Yorker…
E a chi vorrebbe essere protagonista di un ‘lasciamento’, cosa dici?
Coppie di tutto il mondo, prima di lasciarvi leggete i Lasciamenti. Potreste decidere che è sufficiente.
E per concludere, vi facciamo leggere il primo lasciamento. Altri cento, oltre a 20 tavole originali di Roberto Clemente, vi stanno aspettando…
Sulla spiaggia di Rimini fa caldo alle tre di pomeriggio. I cannelloni erano pesanti. Le propongo con tono ammaliante: “Che ne dici di un bagno di sabbia, fa bene all’artrite.” Dopo mezz’ora di lavoro resta scoperta solo la testa. I bambini giocano lontano con la nonna. Una canzone di Vasco in lontananza. “Scusami cara ma devo proprio andare, mi sono ricordato di un impegno importantissimo… devo rifarmi una vita.”