Esce per Blonk editore un manuale chiaro e operativo per sperimentare la pratica del dibattito a scuola. Un metodo per allenare gli allievi a cercare la verità e contrastare l’infodemia nel mondo contemporaneo.
Da oggi è in libreria e negli store online “Il Debate e la didattica: un laboratorio di democrazia”, agile ed efficace manuale a firma di Lorenza Alessandri, insegnante di Italiano nelle scuole superiori che da anni si occupa di innovazione didattica, edito da Blonk per la collana Cotti&Mangiati.
Un nuovo sentiero pionieristico per l’editore indipendente di Pavia: Lorenza Alessandri mette a punto un manuale chiaro, schematico e operativo per introdurre a scuola il Debate, pratica didattica ben consolidata nei paesi anglosassoni e del Nord Europa, e sperimentata recentemente con buon successo anche in Italia, che consiste nell’impegnare gli studenti in un contraddittorio sostenuto da regole precise e basato su fonti attendibili.
Nel Debate due gruppi si sfidano intorno a un argomento controverso, sostenendo tesi contrapposte, in un tempo prestabilito, davanti a una giuria che dovrà decretarne il vincitore. Non si tratta però di una gara di abilità retoriche, ma di un vero e proprio metodo di ricerca della verità, non dissimile dalla maieutica di Socrate così come la racconta Platone nei suoi dialoghi e il dibattito è strettamente regolato da protocolli ispirati al fair play e soprattutto sottoposto alla rigorosa verifica delle fonti.
Un vero e proprio antidoto al proliferare delle fake news: “Il Debate si presenta come un ottimo strumento per uscire dal mondo del “sentito dire” – scrive l’autrice – e del chiacchiericcio in cui spesso ripetiamo in modo impreciso cose che qualcuno non meglio identificato ci ha riportato (magari in modo non troppo fedele); è uno strumento di assunzione di responsabilità sia quando riceviamo un messaggio, perché impariamo a non accontentarci di ciò che ascoltiamo senza cercare di capirlo a fondo, sia quando ripetiamo o siamo emittenti di quel messaggio, perché impariamo a essere precisi nell’utilizzo delle parole che usiamo”.
Un metodo quindi per allenare i ragazzi a per muoversi con competenza nella complessità del mondo contemporaneo: “La scuola può contribuire alla formazione di cittadini e cittadine più maturi e consapevoli, meno inclini a essere manipolati dagli algoritmi che governano i flussi di informazioni a cui veniamo sottoposti quando navighiamo il web, più colti in senso ampio e contemporaneo, in cui essere colti non significa solo sapere le cose, ma riconoscere se la notizia che stiamo leggendo ha un fondo di verità o meno”.