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“Beppe Grillo: lo spettacolo, la massa e il carnevale”, Lele Rozza e le elezioni dei 5 Stelle

Questo breve saggio viene scritto qualche giorno dopo la clamorosa affermazione del Movimento 5 Stelle alle elezioni nazionali del 2013. Il comico (continua a definirsi tale) Beppe Grillo, è riuscito in modo magistrale a intercettare l’immaginario degli italiani. È riuscito in un’opera formidabile: ingaggiare il popolo dell’”armiamoci e partite”. Un successo che poggia su tre enormi stampelle: lo spettacolo, la massa e il carnevale. Tre concetti che sono integranti la nostra cultura e il nostro modo di agire. Tre concetti che Lele Rozza ha preso in prestito da altrettanti straordinari pensatori (Barthes, Canetti e Bachtin) e che consentono, forse, di tracciare le linee per spiegare come sia stato possibile raggiungere così tanti cuori. Come sia stato possibile costruire, almeno per un po’, un’Italia diversa da come ce la si sarebbe aspettata.

Abbiamo chiesto a Lele Rozza come sia stato possibile questo successo, del perché analizzare il fenomeno basandosi sui concetti di “spettacolo”, “massa” e “carnevale”, e di interpretare un possibile futuro (se ci sarà) del Movimento 5 Stelle.

A poco più di un anno è la tornata elettorale europea a vedere erosi i consensi del Movimento guidato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, così come aveva previsto proprio nel saggio lo stesso Lele Rozza. Vi riproponiamo l’intervista che aveva concesso al blog di Blonk in occasione dell’uscita di “Beppe Grillo: lo spettacolo, la massa e il carnevale”, in cui si era parlato anche di una probabile morte in culla del movimento.
 
Da quale punto di osservazione hai avuto l’intuizione di svolgere un’analisi partendo dai concetti di Spettacolo, Massa e Carnevale?

Mi sembra che Grillo e i suoi grillini siano paradigmatici. Si sono mossi esattamente come una falange con poche idee molto confuse ma estremamente semplificate. Così semplificate da essere ripetibili e quindi alla lunga credibili. E’ noto che se una cosa viene ripetuta abbastanza volte e da un numero ampio di persone diventa credibile a prescindere. La costruzione della comunicazione politica da sempre si fonda su questo e Grillo è un maestro nell’utilizzare questo strumento.

Chi meglio di tutti gli altri ha raccontato questo aspetto tipico dell’animo umano è Elias Canetti nel suo Massa e potere. La massa è ciò che il potere governa meglio (volendo, a mia volta, avventurarmi in una semplificazione). Il caso ha voluto che sia inciampato nella rilettura di Barthes che, con la lucidità che lo contraddistingue, racconta il catch, sublime e definitivo paradigma dello spettacolo assoluto. Pochi meglio di Grillo sanno interpretare il ruolo del bene assoluto contro il male assoluto, ed ecco un’ ulteriore chiave interpretativa. Bachtin è un amore di gioventù, mi mancava un’immagine che potesse fungere da presagio per la fine di questo movimento un po’ troppo raccogliticcio, e la fine del carnevale, il ritorno alla” normalità” era eccellente.

Ecco spiegate le tre stampelle.

Uno dei concetti basilari è quello dell’ “armiamoci e partite”. Come è stato possibile per Grillo e tutto quello che gli sta dietro riuscire ad armare un esercito così nutrito con un elettorato diverso ed esteso?

Semplificazione, urlare cose giuste (è irrilevante la praticabilità, conta solo la percezione). Grillo ha modernizzato la demagogia, e, bisogna dirlo, tutti gli altri gli anno dato una grossa mano.

Nel finale dell’eBook fai una riflessione che più volte ha fatto capolino anche tra la base grillina: cioè quello di un veloce dissolvimento del movimento

Ciò che si fonda sulla sabbia è destinato a cadere, lo si trova scritto nella bibbia e puntualmente si avvera. La demagogia che riunisce persone diversissime sotto un non cappello fondato su dei non (il non-statuto, per intenderci) non ha un futuro naturale. Sono certo che la forza politica non finirà, una volta approdati al potere gli uomini difficilmente tornano indietro, è certo che il movimento non sarà mai più quello originario (ammesso che sopravviva davvero a sé stesso).

Quanto il Movimento 5 Stelle può considerarsi concepito “dal basso” e quanto invece conta il decisionismo?

Dal basso non c’è assolutamente nulla, tutto nasce dall’intuizione di un uomo di spettacolo e di un manager spregiudicato.Tutte le manfrine sulle decisioni da prendere appena dopo le elezioni raccontano come chi ha esitato o si è espresso contro (senza poi abiurare) è stato allontanato. Le decisioni partono dall’alto e permeano tutto il movimento.

Ti aspettavi il successo elettorale del movimento? Come vedi i pentastellati a una probabile imminente tornata elettorale?

Confesso che mi aspettavo un risultato diverso, inferiore. Davo per scontato un ottimo risultato, ma mi aspettavo un 15% non di più (Come Grillo del resto). Sulla prossima tornata elettorale sono convinto che se non ci sarà un decisa definizione di rotta da parte dei partiti storici, rimangano le praterie per il non voto e per il qualunquismo.

Beppe_Grillo-1“Beppe Grillo: lo spettacolo, la massa e il carnevale”

Analisi di un successo elettorale

di Lele Rozza

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