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Lo strano caso di Leonardo De Marchi, innamorato di una chitarra a 10 corde

Esce per l’editore pavese Blonk “E se sei corde vi sembran poche”, esordio del giovane musicista padovano nella collana “Sotto le stelle” diretta da Igor Ebuli Poletti, disponibile in libreria e online.

A 14 anni, il colpo di fulmine: un giovane musicista vede il suo maestro imbracciare una strana chitarra dal manico e dalla paletta di dimensioni inusitate, da cui esce uno straordinario muro di suono, e da quel momento non riesce più a togliersela dalla testa. Leonardo De Marchi, chitarrista classico e docente di musica col talento del divulgatore, racconta il suo personale viaggio di conoscenza ed esplorazione in compagnia della chitarra a dieci corde, oggi sua fedele compagna di avventure sonore. 

Nel suo esordio per l’editore pavese Blonk il musicista padovano dal ricco curriculum si misura con la prosa cercando di fare due cose difficili: divulgare la musica colta e condividere la grande passione – del tutto pionieristica –  per la chitarra a 10 corde, strumento dalla storia relativamente breve, che aggiunge quattro corde gravi alle sei della chitarra tradizionale, spiazzando il musicista e affascinando l’ascoltatore.

La sua esplorazione ci conduce nel mondo della musica classica, dove incontriamo i suoi sodali, compositori importanti del calibro di Antonio Bellandi, Gianpaolo Luppi e Carla Rebora, e possiamo godere di un angolo di visuale inconsueto (e indiscreto) sul mondo della musica colta. De Marchi ci racconta senza infingimenti il suo percorso di musicista e ci propone una educazione all’ascolto: “Il libro percorre due filoni, paralleli: la mia formazione come artista e il mio distanziarmi dalle accademie, proprio grazie alla chitarra a dieci corde, e il rapporto con tre compositori, che scrivendo per chitarra a dieci corde mi hanno aiutato a capire e a superare i miei limiti”.

Un libro per curiosi, per amanti della musica contemporanea, per musicisti in cerca di una strada. Un percorso iniziatico che ci porta nel cuore della musica tramite le parole di chi della musica ha fatto una scelta di vita, senza rinnegare i propri principi.

Dalla prefazione di Alfonso Alberti: “A dirla tutta, lo strumento di cui si legge in questo vivacissimo libro sembra proprio uscito da un incubo: una chitarra a dieci corde, con tutte le proporzioni abolite! Niente incubo, però. Gli incubi incarnano le paure, mentre i sogni che si protendono verso l’avvenire, inventandolo, le mettono da parte”.